Perché è consigliato il riso Basmati? Negli ultimi anni si sta diffondendo l’idea che abbia un indice glicemico inferiore rispetto ad altri risi.
Il riso Basmati è un riso proveniente da India e Pakistan, o meglio un gruppo di risi che racchiude circa un centinaio di varietà ad alto contenuto di amilosio.
In rete si trovano diversi marchi che promuovono il Basmati come riso a minor indice glicemico. Tra le ricerche più attuali, possiamo citare il documento del “Polish journal of food and nutrition sciences” del 2018, redatto dell’Università di Saragozza (Instituto Agroalimentario de Aragón ), che ha condotto uno studio sull’indice glicemico del riso, basandosi su una correlazione con i risi ad alto amilosio.
Trovate l’approfondimento della ricerca sul libro che ho scritto con Massimo Biloni, agronomo e ricercatore, Tutto un altro riso.
Perché è consigliato il riso Basmati?
Per quanto riguarda il Basmati, i dubbi che sorgono sono i seguenti.
Dal momento che le varietà di riso Basmati sono poco meno di un centinaio e che quelle importate in Europa sono circa una quindicina, su quale delle varietà di Basmati esistenti è stato condotto lo studio?
I risultati ottenuti si potrebbero assimilare a tutti i risi del gruppo Basmati?
Il riso italiano a basso indice glicemico esiste! E non c’entra l’amilosio.
Un recente studio condotto dall’Ente Nazionale Risi, in collaborazione con l’Università di Pavia e il Politecnico di Torino, hanno dimostrato che non sempre c’è una correlazione diretta tra il contenuto di amilosio e l’indice glicemico.
Sulla base dei valori di riferimento dell’Organizzazione Mondiale della Salute:
- un basso indice glicemico deve essere inferiore a 55
- un medio indice glicemico fra 56 e 69
- un alto indice glicemico superiore a 70.
Quello del Basmati oscilla tra i 50 e 60, mentre quello del Selenio, un riso tondo italiano, ha un valore di indice glicemico di 49.2. Ne deriva che Selenio, pur essendo un riso a basso amilosio, ha un indice glicemico inferiore al Basmati che ha invece alto amilosio. Altri risultati interessanti sono quelli delle varietà italiane con livello medio-basso di indice glicemico (minore di 70): Carnaroli, molto diffuso e apprezzato per i risotti, ha un indice glicemico di 64,2, mentre Iarim è un riso lungo e profumato, molto simile al Basmati, ma coltivato in Italia e ha un indice glicemico di 58, quindi è una perfetta alternativa a filiera corta.
Che riso scegliere per tenere sotto controllo la glicemia?
L’argomento indice glicemico desta notevolmente l’interesse dei consumatori e sicuramente gli studi scientifici proseguiranno. Nel frattempo, il consiglio per i consumatori che vogliano tenere sotto controllo la glicemia, più che di consumare riso Basmati bianco, potrebbe essere quello di preferire il riso integrale. Dal momento che la fibra presente nel pericarpo abbassa naturalmente e molto più significativamente l’indice glicemico. In assenza di patologie, come il diabete, non ci sono controindicazioni nel consumo di riso. Basta abbinarlo ad un piatto di verdure, ricche di fibre, in linea con la dieta mediterranea.
Le analisi sull’indice glicemico vengono condotte sul prodotto puro ed in effetti per molte popolazione il consumo di riso bollito senza altri ingredienti consiste nel pasto principale. In Italia il riso è sempre consumato in abbinamento ad altri ingredienti che riducono in modo naturale l’indice glicemico generale del pasto.