Dove si coltiva il riso in Italia.
Il riso italiano è famoso nel mondo soprattutto grazie al risotto. Eppure le varietà italiane sono molto diverse tra loro e adatte alle più svariate ricette.
La classificazione di legge distingue 4 gruppi a cui appartengono risi diversi per dimensione e forma. In maniera semplice si potrebbero schematizzare così:
- Tondo: riso con i chicchi più piccoli e arrotondati, ideali per minestre, sushi, dolci;
- Medio: riso con chicchi medi, di solito usati per minestre, con l’eccezione del Vialone Nano;
- Lungo A: riso dal chicco grande e arrotondato, principalmente include i risi da risotto (Carnaroli, Arborio, Roma, Baldo, S. Andrea, Ribe)
- Lungo B: detto anche indica, dal chicco lungo e sottile, ideale per insalate e contorni, di solito destinato al Nord Europa.
L’Italia esporta due terzi della propria produzione, quindi 2 kg di riso su 3 non finiranno sulle nostre tavole.
Dove si coltiva il riso in Italia?
I risi più coltivati in Italia sono quelli da risotto che occupano circa un terzo della superficie totale, seguiti dai risi a granello tondo. Una superficie inferiore la occupano i risi a granello lungo A da parboiled (risi meno pregiati rispetto alle varietà da risotto) e i Lunghi B/indica. Decisamente piccola la superficie a risi medi che in Europa sono coltivati ormai principalmente in Spagna per la produzione della paella.
PIEMONTE
Il Piemonte è la regione più risicola d’Italia con il 50% della superficie nazionale a riso e comprende circa 70 mila ettari in Provincia di Vercelli, oltre 30 mila in provincia di Novara, 8 mila in provincia di Alessandria, 4 mila in provincia di Biella ed alcune piccole coltivazioni in provincia di Cuneo e Torino.
In Piemonte c’è l’unica DOP italiana del riso, il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese. In Baraggia è nato uno dei più famosi risi italiani da risotto, il riso Arborio. Sono in tutte 7 le varietà incluse nella DOP: oltre all’Arborio si coltiva Carnaroli, Baldo, S. Andrea, Balilla (tondo), Gladio (lungo B). Nella Stazione Sperimentale di Vercelli sono stati selezionati nel XX secolo numerose varietà, tra cui Roma e Baldo.
LOMBARDIA
La Lombardia è la seconda regione più risicola d’Italia e comprende circa 84 mila ettari in provincia di Pavia, 14 mila in provincia di Milano, 2 mila in provincia di Lodi e poco più di 1.200 ettari in provincia di Mantova.Lombardia e Piemonte insieme rappresentano il 93% del riso in Italia.
La provincia di Pavia, che è quella con la maggiore superficie a riso in Italia, è suddivisa ulteriormente in due zone: la Lomellina e il Pavese.
In Lombardia sono coltivate molte varietà da risotto. A Paullo, in provincia di Milano, nel 1945 è stato selezionato il riso Carnaroli. A Sant’Alessio con Vialone, in provincia di Pavia, è nato il Nero di Vialone, padre del Vialone Nano.
EMILIA ROMAGNA
In passato in Emilia Romagna la risicoltura si estendeva su un ampio areale in molte province da est a ovest. Oggi è praticamente relegata alla zona del delta del Po, più ricca d’acqua e particolarmente adatta alla coltivazione.
La provincia più importante a livello risicolo è sicuramente Ferrara con quasi 8 mila ettari di riso. Le risaie presso la frazione Còntane, a Jolanda di Savoia, sono le basse d’Italia, essendo oltre 3 metri sotto il livello del mare. In questo territorio insiste l’IGP Delta del Po, condiviso con l’area risicola della provincia di Rovigo. Le varietà più coltivate sono i tipi da risotto: Carnaroli, Baldo e Arborio e Volano, che prende il nome da uno dei rami del fiume Po, chiamato appunto Po di Volano, presso lo sbocco nel Mar Adriatico.
VENETO
La risicoltura in Veneto è molto antica. E’ probabile che abbia avuto inizio grazie ai continui contatti che la Repubblica marinara di Venezia aveva con i paesi del medio oriente.
Verona è famosa per la prima denominazione di origine italiana: IGP Nano Vialone Veronese. Vi si coltivano circa 2.500 ettari di riso, per la maggior parte occupate dalla varietà Vialone Nano. Verona è famosa per la Fiera del Riso di Isola della Scala, la più importante manifestazione nazionale sul riso.
SARDEGNA, CALABRIA, TOSCANA, FRIULI, TRENTINO, SICILIA
La superficie coltivata a riso in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto riguarda il 98% del totale nazionale. Nonostante questo esistono coltivazioni di riso in regioni poco note che di tanto in tanto salgono agli onori della cronaca per qualità e tipicità.
In Sardegna si coltiva riso principalmente nella provincia di Oristano. Nella piana di Sibari, sul lato ionico della provincia di Cosenza in Calabria, si coltivano risi del gruppo Carnaroli. in Toscana, oggi restano solo pochi centinaia di ettari concentrati principalmente a Grosseto. In Friuli Venezia Giulia c’è una piccola coltivazione di Vialone Nano in provincia di Udine. In Trentino, notizia di ottobre 2020, è stata da poco introdotta la coltivazione del riso S. Andrea, varietà adatta ai climi più rigidi e già ben inserita nella Baraggia piemontese.
La Sicilia fu fu la prima a vedere il riso all’epoca delle conquiste arabe. Da pochi anni hanno reintrodotto il riso in coltivazione alcune delle zone più umide come la piana di Lentini, tra Catania e Siracusa, che fu citata tra le prime località risicole dell’isola. Le piccole coltivazioni a Siracusa e Enna potrebbero essere intensificate per dare origine ad un riso siciliano da utilizzare per la preparazione dei famosi arancini, molto apprezzati in tutta la regione.
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Sono italiano di origine della Costa d’Avorio.
Vivo in Inghilterra da 8 anni ormai.
Guarda il futuro dell’agricoltura in Africa.
Possiedo 12 ettari di pianura
che vorrei aiutare a produrre di più con accompagnamenti, consigli anche su strumenti per sviluppare la mia produzione di riso
e se una partnership.
Voglio andare nel mio paese di origine per investire in agricoltura.
Il mio contatto +447941350357
la mia email è opiena2@yahoo.fr
Buongiorno a lei, io non mi occupo di coltivazione però! Amo solo cucinarli 🙂 In bocca al lupo per il suo progetto!